La tua frittata può diventare l’espressione di una scelta etica
I supermercati ci propongono un’ampia scelta di uova bianche, marroni, beige, da galline ovaiole allevate a terra, all’aperto o biologiche. Le confezioni spesso riportano nomi che richiamano la natura o immagini di galline ruspanti e felici – immagini ingannevoli perché oltre il 90% delle uova prodotte in Italia provengono da allevamenti intensivi in gabbia o a terra. Ecco cosa c’è da sapere per fare una scelta consapevole, sostenibile ed etica.
In Italia consumiamo mediamente 215 uova all’anno pro capite prodotte da quasi 39 milioni di galline ovaiole. Il 40% della produzione di uova è destinato all’industria alimentare e purtroppo per le preparazioni alimentari non c’è l’obbligo di indicare in etichetta il tipo di allevamento da cui provengono le uova. Non possiamo quindi preferire un prodotto finito in base al tipo di allevamento da cui provengono le uova.
Dove c’è scritto da quale tipo di allevamento provengono le uova?
Il 60% delle uova prodotte sono destinate alla vendita ai consumatori. Quando al supermercato scegliamo le uova per preparare la nostra frittata piuttosto che un dolce o una crema pasticcera dobbiamo leggere attentamente le informazioni riportate sulla confezione.
Sulla confezione, come sulle uova stesse, è obbligatorio riportare il codice delle uova (vedi spiegazione in fondo all’articolo), ma è facoltativo scrivere in chiaro il tipo di allevamento**. È facile trovare l’indicazione “allevate a terra” o ”biologiche”, ma piuttosto difficile trovare la dicitura “allevate in gabbia”. Ma vediamo quali sono le differenze tra i vari tipi di allevamento di galline ovaiole e come incidono sul benessere degli animali.
I 4 tipi di allevamento di galline ovaiole
Dal confronto tra i diversi tipi di allevamento di galline ovaiole si evince perché quello biologico dà maggiori garanzie per il benessere degli animali. Inoltre le uova biologiche sono di qualità superiore perché hanno più vitamina A, vitamina E, omega-3 e beta-carotene. Questo è dovuto all’alimentazione biologica, al movimento e al tipo di vita che tiene conto delle esigenze naturali delle galline.
Il debeccaggio o taglio del becco della gallina: Perché si fa?
Nell’80% degli allevamenti intensivi i pulcini subiscono la mutilazione del becco entro i primi 10 giorni di vita. Il taglio del becco è doloroso ed eseguito senza anestesia.
Lo scopo del debeccaggio è di prevenire ferimenti e atti di cannibalismo tra le galline costrette a una convivenza in pochissimo spazio. Ne deriva un aumento della resa economica per gli allevatori. Negli allevamenti biologici il debeccaggio è vietato.
Facciamo una scelta consapevole – economica o etica che sia
Alla base di una scelta consapevole c’è la conoscenza. Se conosciamo i diversi tipi di allevamento delle galline ovaiole possiamo scegliere in modo consapevole: se per noi il fattore determinante è il prezzo, comperiamo uova da allevamento in gabbia o a terra. Se invece vogliamo dare il nostro contributo al benessere degli animali, scegliamo le uova biologiche e facciamo una scelta etica. Misurata in centesimi di Euro la differenza tra le due scelte è minima, in termini di qualità di vita è immensa.
* Fonte: Documento della Camera dei Deputati, XIII Commissione Agricoltura, pag.20
** Fonte: Ministero della Salute, Leggi l’etichetta
Dulcis in fundo: Come leggere il codice che troviamo su uova e confezioni
Il primo numero del codice indica il tipo di allevamento (0 = biologico, 1 = all’aperto, 2 = a terra, 3 in gabbia/batteria) | Segue la sigla del paese di provenienza | I successivi tre numeri indicano il comune dell’allevamento | Segue la sigla della provincia | Le ultime cifre corrispondono al codice identificativo dell’allevamento | Sotto il codice invece è indicata la data di scadenza.